Lettera Aperta sull'ADHD

Pubblicato il 28 novembre 2025 alle ore 13:45

Mi chiamo Viktoria Kiss.
Sono una professionista del corpo, sono anche neurodivergente, e lavoro ogni giorno con bambini, adulti e famiglie che vivono la realtà dell’ADHD.

Scrivo questa lettera aperta perché c’è una parte di verità che nessuno sta ancora dicendo.


1. Il DSM-5 descrive l’ADHD, ma non spiega come si cura davvero

Il DSM-5 e le linee guida cliniche internazionali ci dicono che:

  • l’ADHD è un disturbo del neurosviluppo;

  • i sintomi sono attentivi, impulsivi e sensoriali;

  • la diagnosi richiede criteri precisi in più contesti.

Ma il DSM-5 serve a diagnosticare, non a stabilire la cura.

Per il trattamento, oggi la “gold standard care” è:

  • farmaco,

  • psicoeducazione,

  • terapia comportamentale,

  • adattamenti ambientali.

Tutto corretto.
Ma anche tutto parziale.


**2. Il problema non è nella mente.

Il problema nasce dal corpo.**

Quello che la scienza SA già — ma non ha ancora portato nelle linee guida — è che:

  • il Sistema Nervoso Autonomo è la base della regolazione emotiva;

  • la dopamina viene influenzata dai movimenti ritmici, dal respiro, dal tocco profondo;

  • il sovraccarico sensoriale è corporeo prima che mentale;

  • il corpo modula l’attenzione molto più della volontà cognitiva.

Eppure, il protocollo ufficiale continua a lavorare “dalla testa in giù”, quando tutto ci dice che dovremmo lavorare dal corpo in su.


3. Ogni giorno vedo ciò che la teoria non dice

Lavorando sul corpo — e non sulla mente — vedo:

  • bambini che smettono di urlare quando si regola la loro propriocezione;

  • adulti ADHD che escono dal burnout quando il corpo ritrova sicurezza;

  • genitori che finalmente respirano quando comprendono la vibrazione dei loro figli;

  • dopamina che si stabilizza grazie a movimenti profondi, pressioni ritmiche, rilascio fasciale;

  • persone che tornano accessibili quando la gola, il petto o lo stomaco si aprono.

La mente non cambia finché il corpo non si sente al sicuro.

E la sicurezza non nasce da un ragionamento.
Nasce da uno stato fisiologico.

Steven Porges lo dice da anni:

“La regolazione è sempre co-regolazione.
E avviene attraverso il corpo.”


**4. Non sono contro la medicina.

Sono contro le mezze verità.**

I farmaci possono aiutare.
A volte salvano giornate, vite, famiglie.

Ma non possono essere l’unica strada.
Non quando esiste un’intera parte di trattamenti che riguarda:

  • vibrazione del corpo,

  • respirazione,

  • ritmi,

  • scarico sensoriale,

  • contatto,

  • presenza,

  • fascia,

  • sicurezza interna.

È tempo di dire che il corpo è parte della cura, non un dettaglio.


5. Se sei un genitore: non sei pazzo. Il tuo sesto senso è reale.

Quando senti che tuo figlio “non è sbagliato”, stai dicendo la verità.
Quando senti che “prima del farmaco vorresti provare altro”, non sei irrazionale.
Quando senti il tuo bambino chiudersi in un attimo, è il suo corpo che ti sta parlando.

Non c’è nulla di più scientifico di questo:

il corpo comunica prima della mente.


6. Cosa chiediamo al futuro (e alla scienza):

  • Includere interventi somatici e vibrazionali nei protocolli ufficiali.

  • Studiare seriamente il ruolo del tocco profondo, della fascia, della propriocezione.

  • Creare percorsi integrati dove corpo e mente non siano trattati come due sistemi separati.

  • Riconoscere che la co-regolazione non è “una tecnica”, ma la base di tutto.

  • Ascoltare le famiglie che chiedono percorsi più umani, più completi, più veri.


7. Cosa faccio io, concretamente

Lavoro ogni giorno su:

  • regolazione del sistema nervoso

  • dopamina naturale

  • sovraccarico sensoriale

  • tensioni profonde

  • blocchi emozionali

  • sicurezza corporea

  • fascia e vibrazione

  • co-regolazione genitore-bambino

  • percorsi personalizzati per adulti ADHD

  • protocolli olistici per famiglie

Non curo l’ADHD.
Regolo tutto ciò che lo circonda.
Ed è questo che cambia la vita.


8. Perché scrivo tutto questo

Perché io sono una neurodivergente che si è salvata attraverso il corpo, non attraverso il cognitivo.

Perché so cosa significa non sentirsi capiti.
E so cosa significa vedere un figlio che soffre.

Perché è tempo di smettere di trattare l’ADHD come un disturbo della mente.
È una diversa regolazione del mondo, del corpo, dei sensi.

E finché non guarderemo dove nasce davvero, continueremo a curare solo metà della storia.


9. Il mio invito

A psicologi, medici, insegnanti, educatori, operatori olistici, famiglie:

Iniziamo ad ascoltare il corpo.
Iniziamo a trattare l’ADHD per quello che è:
una neurodivergenza corporea, prima che mentale.

Io sono qui per costruire questo ponte.
Perché qualcuno, finalmente, lo costruisse.

Viktoria Kiss
Operatrice olistica – esperta in regolazione corporea