Mi chiamo Viktoria Kiss.
Sono una professionista del corpo, sono anche neurodivergente, e lavoro ogni giorno con bambini, adulti e famiglie che vivono la realtà dell’ADHD.
Scrivo questa lettera aperta perché c’è una parte di verità che nessuno sta ancora dicendo.
1. Il DSM-5 descrive l’ADHD, ma non spiega come si cura davvero
Il DSM-5 e le linee guida cliniche internazionali ci dicono che:
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l’ADHD è un disturbo del neurosviluppo;
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i sintomi sono attentivi, impulsivi e sensoriali;
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la diagnosi richiede criteri precisi in più contesti.
Ma il DSM-5 serve a diagnosticare, non a stabilire la cura.
Per il trattamento, oggi la “gold standard care” è:
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farmaco,
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psicoeducazione,
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terapia comportamentale,
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adattamenti ambientali.
Tutto corretto.
Ma anche tutto parziale.
**2. Il problema non è nella mente.
Il problema nasce dal corpo.**
Quello che la scienza SA già — ma non ha ancora portato nelle linee guida — è che:
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il Sistema Nervoso Autonomo è la base della regolazione emotiva;
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la dopamina viene influenzata dai movimenti ritmici, dal respiro, dal tocco profondo;
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il sovraccarico sensoriale è corporeo prima che mentale;
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il corpo modula l’attenzione molto più della volontà cognitiva.
Eppure, il protocollo ufficiale continua a lavorare “dalla testa in giù”, quando tutto ci dice che dovremmo lavorare dal corpo in su.
3. Ogni giorno vedo ciò che la teoria non dice
Lavorando sul corpo — e non sulla mente — vedo:
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bambini che smettono di urlare quando si regola la loro propriocezione;
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adulti ADHD che escono dal burnout quando il corpo ritrova sicurezza;
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genitori che finalmente respirano quando comprendono la vibrazione dei loro figli;
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dopamina che si stabilizza grazie a movimenti profondi, pressioni ritmiche, rilascio fasciale;
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persone che tornano accessibili quando la gola, il petto o lo stomaco si aprono.
La mente non cambia finché il corpo non si sente al sicuro.
E la sicurezza non nasce da un ragionamento.
Nasce da uno stato fisiologico.
Steven Porges lo dice da anni:
“La regolazione è sempre co-regolazione.
E avviene attraverso il corpo.”
**4. Non sono contro la medicina.
Sono contro le mezze verità.**
I farmaci possono aiutare.
A volte salvano giornate, vite, famiglie.
Ma non possono essere l’unica strada.
Non quando esiste un’intera parte di trattamenti che riguarda:
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vibrazione del corpo,
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respirazione,
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ritmi,
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scarico sensoriale,
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contatto,
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presenza,
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fascia,
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sicurezza interna.
È tempo di dire che il corpo è parte della cura, non un dettaglio.
5. Se sei un genitore: non sei pazzo. Il tuo sesto senso è reale.
Quando senti che tuo figlio “non è sbagliato”, stai dicendo la verità.
Quando senti che “prima del farmaco vorresti provare altro”, non sei irrazionale.
Quando senti il tuo bambino chiudersi in un attimo, è il suo corpo che ti sta parlando.
Non c’è nulla di più scientifico di questo:
il corpo comunica prima della mente.
6. Cosa chiediamo al futuro (e alla scienza):
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Includere interventi somatici e vibrazionali nei protocolli ufficiali.
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Studiare seriamente il ruolo del tocco profondo, della fascia, della propriocezione.
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Creare percorsi integrati dove corpo e mente non siano trattati come due sistemi separati.
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Riconoscere che la co-regolazione non è “una tecnica”, ma la base di tutto.
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Ascoltare le famiglie che chiedono percorsi più umani, più completi, più veri.
7. Cosa faccio io, concretamente
Lavoro ogni giorno su:
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regolazione del sistema nervoso
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dopamina naturale
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sovraccarico sensoriale
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tensioni profonde
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blocchi emozionali
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sicurezza corporea
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fascia e vibrazione
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co-regolazione genitore-bambino
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percorsi personalizzati per adulti ADHD
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protocolli olistici per famiglie
Non curo l’ADHD.
Regolo tutto ciò che lo circonda.
Ed è questo che cambia la vita.
8. Perché scrivo tutto questo
Perché io sono una neurodivergente che si è salvata attraverso il corpo, non attraverso il cognitivo.
Perché so cosa significa non sentirsi capiti.
E so cosa significa vedere un figlio che soffre.
Perché è tempo di smettere di trattare l’ADHD come un disturbo della mente.
È una diversa regolazione del mondo, del corpo, dei sensi.
E finché non guarderemo dove nasce davvero, continueremo a curare solo metà della storia.
9. Il mio invito
A psicologi, medici, insegnanti, educatori, operatori olistici, famiglie:
Iniziamo ad ascoltare il corpo.
Iniziamo a trattare l’ADHD per quello che è:
una neurodivergenza corporea, prima che mentale.
Io sono qui per costruire questo ponte.
Perché qualcuno, finalmente, lo costruisse.
Viktoria Kiss
Operatrice olistica – esperta in regolazione corporea